
Santa Cruz de Mompox, o semplicemente Mompox, viene fondata nella prima metà del ‘500, ma sulla data e le circostanze precise della fondazione ci sono diverse correnti di pensiero. E’ però certo che fu un centro noto per la sue ricchezze ed un porto molto importante. E’ Monumento Nacional dal 1959 e Patrimonio dell’Umanità UNESCO dal 1995.
Ad oggi si raggiunge solo via terra: il viaggio è lungo e la strada stretta e molto trafficata. Questo accresce il fascino e certamente limita il flusso di turisti. Esiste un piccolo aeroporto ma non arrivano ancora voli commerciali: in aereo sarà più comodo arrivare, ma si perderà un po’ di magia.
Ci aggiriamo per le strade piene di tuk tuk e motorini, qualche macchina, appena fuori dall’immediato centro storico le strade non sono neanche asfaltate. Da una piazza a una chiesa a un palazzo e così via e poi il lungofiume: ci troviamo sul fiume Magdalena, che qui segna il confine tra i due dipartimenti Bolivar e Magdalena. Sul fiume si affacciano i porticati antichi e il palazzo della dogana, troviamo tanti localini, gruppi anche numerosi di ragazzine che provano e riprovano balletti agli ordini di coreografi cattivissimi che urlano. Matteo osserva incantato.
Per il pomeriggio abbiamo in programma un’uscita in barca. Dal fiume aperto, dopo pochi minuti, ci inoltriamo in uno stretto canale, che serpeggia tra piccole coltivazioni, gruppi di mucche qua e là, ragazzini che giocano nell’acqua, qualcuno che pesca. Nel frattempo avvistiamo veri e propri stormi di libellule, uccelli coloratissimi ma soprattutto iguane: grandi, piccole, medie, tante.
Il canale sfocia in un ramo enorme del fiume, pare piuttosto un lago perché c’è acqua a perdita d’occhio, al massimo punteggiata da macchie di vegetazione. L’acqua è abbastanza bassa e piuttosto torbida. E qui, tutto a un tratto, accade l’inimmaginabile: un paio di signori che sono sulla nostra barca si buttano nel fiume. Matteo pensa di non poter vivere mai più una vita felice se non potrà buttarsi anche lui. Io sento i miei anticorpi riunirsi e ribellarsi. Lui non ne vuole sapere, rimane in mutande e si butta. Uno dei due signori lo tiene su ma lui vuole nuotare e infatti va da solo, fiero. Lo rimettono sulla barca, fa appena in tempo a dirmi “il fondo è molliccio, fa senso” che si è già rituffato e nuota felice. Perché è vero che il fondo è molliccio e fa senso, ma se nuoti non lo senti.